Sono 8,38 milioni gli animali usati per la prima volta in UE e in Norvegia nel 2022, un calo rispetto all’anno precedente, durante il quale tre grandi progetti avevano portato il totale a 9,41 milioni. Si tratta soprattutto di topi, seguiti dai pesci (tra cui specie commerciali come trote e salmoni), ratti, polli e conigli. È la ricerca, di base e applicata (quest’ultima comprende gli studi sulle malattie veterinarie), a confermarsi come il campo che richiede maggior uso di animali, ma aumentano in modo significativo anche gli studi per la conservazione delle specie. Le procedure classificate come gravi e di non risveglio si mantengono come minoranza
Sono questi alcuni dei dati che emergono dai report della Commissione europea pubblicati in estate, dei quali durante il mese di agosto abbiamo riportato alcuni degli elementi principali.
Dopo una prima panoramica dedicata ai numeri, alle specie e alla loro provenienza, abbiamo approfondito le categorie di uso degli animali – perché si fa presto a parlare di sperimentazione, ma in realtà sono ancora molti i campi scientifici che ne hanno bisogno, con obiettivi molto diversi tra loro. E non necessariamente sono studi volti al benessere solo della nostra specie: anche nella sola categoria della ricerca, sono significative le percentuali dei lavori animal-centred, cioè di etologia, o dedicati alle malattie animali, o ancora sull’alimentazione e sul benessere). Abbiamo anche riportato i dati relativi agli animali usati per la creazione e il mantenimento delle linee geneticamente modificate (GM), con un focus sui fenotipi che ne derivano (sofferenti o meno) e sulla percentuale di riutilizzi degli animali.
Un approfondimento lo abbiamo dedicato ai dati italiani, raccolti dal Ministero della salute, che confermano un trend in diminuzione degli animali usati e che, in linea con il resto dell’UE, vede coinvolti soprattutto topi, ratti, polli e pesci. Meno in linea con il resto dell’UE sono gli scopi del loro uso, che vedono al secondo posto gli usi a scopo regolatorio, cioè volti a soddisfare le richieste legislative per la produzione e il mantenimento di sostanze sul mercato.
Insieme, questi dati ci danno informazioni preziose per capire quali campi hanno ancora un maggior bisogni di animali e, in modo indiretto, come progredisce lo sviluppo di metodi alternativi che consentono invece di ridurne e a volte eliminarne la necessità. E capire anche quindi come migliorare il benessere degli animali usati a fini scientifici tenendo al contempo in considerazione le necessità scientifiche.
Sito Ufficiale: www.research4life.it
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